BARIONA

SINOSSI

Bariona è un capovillaggio ebreo. Accetta l’imposizione del procuratore romano di aumentare le tasse, ma ordina ai suoi di non fare più figli: con la graduale estinzione del villaggio, con lo sciopero della natalità che equivale a un lento suicidio di massa, con la rivolta del nulla contro l’essere, Roma eserciterà il suo potere sul deserto. «Basta bambini… Il villaggio agonizza da quando i Romani sono entrati in Palestina». Ma Bariona scopre che sua moglie Sara è incinta e non vuol saperne di liberarsi del figlio. Contemporaneamente arriva la notizia che a Betlemme è nato il Messia e tutti nel villaggio si mettono in marcia per rendere omaggio al bambino, anche Sara. Nel suo delirio rivoluzionario Bariona vorrebbe uccidere il Messia, ma cambia idea dopo un colloquio con Baldassarre e quando viene a conoscenza del disegno stragista di Erode. E’ diventato un altro uomo: ha capito che la forza nasce dai propri limiti e che la speranza (il bambino) è il lume che guida l’azione. Così, opponendosi alle truppe del re, Bariona permetterà al Messia di salvarsi.

IL CONTESTO

Bariona è soprattutto un lampo di religiosità scoccato nel 1940, quando Sartre era prigioniero nello Stalag 12D di Treviri, in Germania, ed era un intellettuale non ancora comunista che aveva sostituito all’idea della divinità la «santità della letteratura». Era finito in quel Lager dopo essere stato mandato a combattere nel Nord-Est della Francia. Il 21 giugno, giorno del suo compleanno e prima di riuscire a sparare un solo colpo, fu fatto prigioniero dai nazisti a Padoux, in Lorena.
Nello Stalag divenne amico di due preti: l’abate Marius Perrin e padre Boisselot. Con loro parlava di religione e di filosofia. E furono i religiosi che in quel 1940, avvicinandosi il Natale, chiesero all’ateo di scrivere qualcosa per tutti quanti loro. Che cosa? domandò Sartre. Qualcosa che faccia dimenticare le sofferenze e dia una speranza, risposero. Nacque da questa premessa Bariona, «un racconto di Natale per cristiani e non credenti» di cui i nazisti non afferrarono il senso politico, scambiandolo per una innocua favola natalizia, e concedendo perciò il permesso alla rappresentazione nell’hangar che padre Boisselot riuscì a conquistare con le sue straordinarie doti diplomatiche. Scritto l’atto unico, Sartre si occupò della regia, scelse gli «attori» e lui stesso, in quella notte di Natale, salì in palcoscenico nella parte di Baldassarre, il più «filosofo» dei Magi.

DI

Jena Paul Sartre

REGIA

Lorenzo Corengia

CON

Stefano Borsa , Elia Carozzi , Lorenzo Corengia, Djuzepe Dalsaso, Antonio Takhim , Sara Veneziani

SCENOGRAFIA

Lorenzo Corengia, Albina Dalsaso

MUSICA DAL VIVO

Marco Miari